Storia e arte

LA CHIESA DI SAN SISTO:
UN GIOIELLO DA RISCOPRIRE

 

Il tempio attuale sorge sui resti di altre due chiese, sempre dedicate a san Sisto. La prima edificazione della chiesa avvenne alla fine del XI secolo, in ricordo della vittoria navale dei genovesi e dei pisani contro la flotta araba. Il vittorioso scontro avvenne il 6 agosto del 1087, giorno in cui si ricorda il papa martire Sisto II, a cui venne dedicata la chiesa in segno di ringraziamento. L’edificio, rispetto a quella attuale, fu costruito a livello del mare, e — come risulta da una tavola pittorica del XIV secolo — era in stile romanico. Papa Urbano II affidò San Sisto ai monaci benedettini dell’abbazia di San Michele della Chiusa, i quali la ressero fino alla fine del XV secolo. All’epoca il borgo di Prè rimaneva fuori dalla cerchia delle mura cittadine, e San Sisto, come altri edifici religiosi sorti nelle vicinanze, aveva il compito di ospitare viaggiatori e pellegrini di passaggio a Genova. A metà del XIV secolo, la zona di Prè venne racchiusa dalle nuove mura cittadine, diventando uno dei sei quartieri storici — chiamati sestieri — di Genova.

Alla fine del XVI secolo, la chiesa di San Sisto venne demolita e ricostruita non più a livello del mare, ma all’altezza dell’attuale via Prè. Sulla base di ritrovamenti archeologici si pensa che il nuovo edificio, più grande del precedente, sia stato costruito in forme gotiche. L’orientamento dell’asse della chiesa seguiva la direzione ovest-est. Tuttavia all’inizio del XIX secolo il tempio era malconcio, e nel 1825 si decise di ricostruirlo ex-novo su disegno dell’architetto Pietro Pellegrini  che seguì i lavori fino all’anno della sua morte (1827)  a cui successe Giovanni Battista Resasco. La costruzione della nuova chiesa fu rapida grazie anche ai finanziamenti della regina Maria Cristina di Savoia (il Palazzo Reale si trova nell’ambito parrochiale di San Sisto). Il nuovo tempio venne consacrato il 23 novembre 1828.

L’elegante facciata – col bel fregio di Gerolamo Centenaro – richiama la perfetta armonia fra equilibrio e sobrietà del Neoclassicismo. L’interno della chiesa è una sorpresa di bellezza per la delicatezza cromatica: altari in marmi, tele, stucchi e affreschi. Entrando si è subito catturati dal circolo della cupola, i cui affreschi, opera  di Michele Cesare Danielli (1840), hanno come soggetto il martirio e la glorificazione di papa Sisto II. La pianta dell’edificio è a croce greca con quattro arcate a tutto sesto. Resasco fece costruire le colonne corinzie che sostengono la tribuna e circoscrivono il coro.

Sull’altare maggiore troneggia la statua di san Sisto II, opera di Giovanni Battista Cevasco, donata alla chiesa dal marchese Ignazio Alessandro Pallavicini. Nel 1854, uno dei fratelli Gauthier (Francesco o Luigi) affrescò i quattro grandi riquadri, posti sui pilastri dell’aula centrale, raffiguranti i Dottori della Chiesa.

Nel 1844, il re Carlo Alberto donò alla chiesa le reliquie di San Vittorio.

La chiesa venne più volte danneggiata nel corso dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Fu riaperta al culto ma i danni  — riparati in modo incompleto e approssimativo  — lasciavano passare all’interno infiltrazioni meteoriche che nel corso degli anni danneggiarono gli affreschi e le altre decorazioni.

Nel 1988, la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio della Liguria iniziò il restauro della chiesa, con l’intento di riportarla allo stato di fine Ottocento — epoca della sua migliore compiutezza formale — recuperando il cromatismo neoclassico originario. I lavori si conclusero nel 2005, con la restituzione di questa importante chiesa alla città.

L'altare della chiesa dopo i lavori di restauro (cliccare sull’immagine per ingrandirla)

Il piccolo campanile che si erge nei pressi della chiesa apparteneva alla chiesa di San Vittore, eretta dai benedettini nel 1156 e demolita nel 1837 per l’apertura di via Gramsci.

LA SALA REGIA

Intorno alla metà del XIX secolo, Domenico Tagliafichi realizzò una tribuna, con affaccio sul presbiterio, grazie alla quale i Savoia potevano assistere in modo riservato alle funzioni religiose. Questa sala era direttamente collegata al Palazzo Reale tramite un passaggio arereo, tuttora esistente, sovrastante via Prè, che conduceva anche al Ponte Reale, ora demolito.

Bibliografia

F. Alizeri, Guida artistica per la città di Genova, Genova, 1847, vol. II, pp. 213-219. (le notizie su San Sisto sono molto interessanti, in quanto furono scritte pochi anni dopo l’inaugurazione dell’attuale chiesa, quando si stavano ancora svolgendo i lavori decorativi interni).

L. De Simoni, Priorato di San Sisto e della Natività di Maria Santissima, Genova, 1910.

L. De Simoni, La chiesa di S. Sisto in un documento iconografico, in “Genova”, XII, 1932, n. 12, pp. 1100-1102.

L. De Simoni, La Santa Bambina a Prè, in “Il Nuovo cittadino”, 7 settembre 1938, p. 3.

L. De Simoni, Le chiese di Genova: storia arte folclore, Genova, 1948, vol. II, pp. 225-234.

C. Ceschi, I monumenti della Liguria e la guerra 1940-45, Genova, 1949, p. 131.

C. Ceschi, Restauri di edifici danneggiati dalla guerra. Liguria, in “Bollettino d’Arte”, XXXVIII, 1953, p. 87.

G. Rotondi Terminiello, Canzio Michele, in Dizionario biografico degli Italiani, XVIII, Roma, 1975, pp. 360-361.

C. Di Biase, Strada Balbi a Genova. Residenza aristocratica e città, Genova, 1993, pp. 114, 134, 146, 202, 225, 232, 258.

L. Pittarello (a cura di), Relazione su cento lavori: l’attività di cantiere della Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici della Liguria, 1982-1993, Genova, 1996, p. 59.

A. Bagnasco, Come conoscere Genova tramite la metropolitana, Genova, 2008, p. 109.

chiesa-di-san-sisto-medioevo-genova(Dipinto del XIV secolo raffigurante la chiesa di San Sisto)

La scena rappresenta Benedetto Zaccaria, il vincitore della Meloria, nell'atto di donare il pallio d'oro alla chiesa di San Sisto.

Un anonimo viaggiatore del 1818 (sei anni prima che si iniziasse a ricostruire San Sisto nelle forme attuali) descrisse l'interno della vecchia chiesa:

"L'altar maggiore ha una mensa in marmo color rosso e son pur di marmo quelli agli altari laterali: all'epistola con la statua di N. Signora del SS.o Rosario e col quadro della SS.a Addolorata a destra del presbiterio. Al primo altare a destra entrando evvi una bella immagine del SS.o Salvatore, miniatura egregia eguale nel lavoro alla altre che abbiamo già sotto di questo titolo marcate". 

Descrizione della città di Genova da un anonimo del 1818

L'iscrizione sulla facciata
della chiesa

D. O. M. - Heic quo appulit Xistus II martir patronus coelestis tempium ab hinc saeculis XV conditum medioque aevo aevo instauratum Regia munificentia civiumque largitate perennius et ornatius refectum est.
A. MDCCCXXVII.

L'iscrizione riprende un'antica tradizione secondo cui i genovesi avrebbero edificato una chiesa in onore di san Sisto II pochi anni dopo il suo martirio.