SISTO II
Fu il 24° papa della Chiesa Cattolica e il suo pontificato durò poco meno di un anno. Secondo il Liber Pontificalis fu eletto papa il 30 agosto 257, alla morte di Stefano I. Fu il primo papa ad assumere un nome pontificale già utilizzato in precedenza, e quindi dopo la sua morte venne aggiunto il numerale II al suo nome. Non si hanno notizie certe sulle sue origini e nemmeno della sua vita prima dell’elezione al soglio di Pietro. Sisto II venne definito da Ponzio, il biografo di san Cipriano di Cartagine, “buono e pacifico sacerdote“. Ristabilì la pace all’interno del mondo cristiano — riguardo alle differenti opinioni in merito alla validità del battesimo dato da eretici — ripristinando le relazioni con le chiese africane ed asiatiche.
Poco prima del pontificato di Sisto II, l’imperatore Valeriano pubblicò il suo primo editto di persecuzione, con il quale obbligava i cristiani a partecipare al culto nazionale degli dei pagani, proibendo le loro assemblee nelle catacombe, pena l’esilio o la morte per chiunque fosse stato trovato a disubbidire all’ordine. Nonostante ciò, Sisto II riuscì a compiere le sue funzioni di pastore, finché nei primi giorni di agosto del 258, l’imperatore pubblicò un nuovo editto di persecuzione, il cui contenuto è desunto da una lettera di san Cipriano al vescovo Successo. Il 6 agosto, Sisto II venne catturato da un manipolo di soldati nella catacomba di San Callisto, mentre celebrava la liturgia. Condannato dopo un breve processo, venne ricondotto sul luogo dell’arresto e decapitato insieme a quattro diaconi di Roma.
Venne sepolto nella cripta papale del cimitero di San Callisto.
Quattro giorni dopo, il 10 agosto, subì il martirio anche l’arcidiacono Lorenzo.
MARIA BAMBINA
Le prime tracce culto della Natività di Maria si ritrovano in oriente, dove l’antico calendario liturgico iniziava il mese di settembre: in tal modo la prima grande festa dell’anno nuovo era quella della nascita della Madonna.
Dopo che il Concilio di Efeso del 431 proclamò Maria come Theotokós (in greco Θεοτόκος) — “colei che partorì Dio” — si ebbe una fioritura di feste mariane nel calendario liturgico, tra le quali la Natività, la Presentazione al Tempio e l’Annunciazione.
Nella prima metà del secolo V, a Gerusalemme venne fissata la data dell’8 settembre come festa della Natività di Maria.
Si attribuisce a papa Sergio I (687-701), nativo di Antiochia, la solenizzazione di festività mariane nel calendario romano tra cui, per l’appunto, quelle della Natività, che da Roma si diffuse in tutta la Chiesa d’occidente.
La devozione nei confronti di Maria Bambina nasce dalla creazione di statue lignee che ritraevano la Madonna come infante — riprendendo la rappresentazione della Natività di Cristo realizzata a Greccio da san Francesco.
Nel corso dei secoli la devozione nei confronti di Maria Bambina si diffuse all’interno dei conventi femminili, dove le suore creavano statue della Vergine Infante utilizzando anche altri materiali oltre il legno, come lo stucco e la cera.
Nell’opera “De pictura sacra”, il cardinal Federico Borromeo (1564-1631) immaginava la raffigurazione della Natività di Maria rappresentata da una bambina avvolta in fasce e adagiata in mezzo a una grande luce. Intorno al 1735, suor Isabella Chiara Fornari, superiora delle francescane di Todi, modellò il simulacro più famoso di Maria Bambina, riprendendo l’immagine del cardinale Borromeo. La statua fu portata a Milano dal vescovo Alberico Simonetta e, alla sua morte, fu donata alle cappuccine del monastero di Santa Maria degli Angeli, le quali si fecero apostole della devozione al mistero della Natività di Maria.
Il 1884 segnò una svolta nel culto della Madonna Bambina: la novizia Giulia Macario, gravemente malata, guarì miracolosamente dopo aver toccato il simulacro di suor Isabella e prese i voti con il nome di suor Maria Bambina. Nei mesi successivi si ristabilirono in modo prodigioso altre due religiose. Le suore di carità, custodi della statua, iniziarono a essere chiamate Suore di Maria Bambina e diffusero la devozione alla Vergine Infante in tutta Italia.
A Genova, verso la metà del XIX secolo si trasferì il culto della nascita della Vergine dal soppresso oratorio della Natività e del Soccorso in una cappella della chiesa di San Sisto. La venerazione per Maria Bambina era così forte da portare alla cointestazione del tempio.
Diversi santi furono devoti alla Vergine Infante, tra cui don Bosco e papa Giovanni Paolo II, che ne incoraggiò il culto.