Pensieri

 

I pensieri qui riportati sono tratti dalle opere di padre Theodossios Maria della Croce

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  • La Pentecoste

    24 maggio 2015

    Nell’Ultima Cena, il Cristo aveva istituito la Chiesa ministeriale, la Chiesa sacramentale. Il giorno della sua Risurrezione, compiuto il ciclo visibile della Redenzione, l’ha ancora una volta confermata, istituendo un Ordine sacro per il ministero della penitenza e del perdono dei peccati, uno degli scopi principali della Chiesa. Lo Spirito Santo era il dono di Cristo alla sua Chiesa, alla Chiesa ministeriale. Gesù aveva detto: «Quando, però, verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annunzierà» (Gv 16, 13).
    E alla Pentecoste ha luogo il grande battesimo di tutto l’essere: lo Spirito Santo invade gli Apostoli e dà loro la possibilità di essere totalmente rinnovati, con una forza che li rende capaci di affrontare il mondo intero.

  • L’Ascensione di Cristo

    17 maggio 2015

    In che cosa consiste l’Ascensione di Cristo? È forse il mistero della Chiesa più difficile da comprendere perché il nostro linguaggio è molto convenzionale. Tutti gli esseri viventi hanno il senso naturale di ciò che è in alto e di ciò che è in basso.L'Ascensione di CristoAbbiamo la percezione dei movimenti e della direzione verso l’alto e verso il basso, il nostro linguaggio e il nostro pensiero sono segnati da questa realtà: diciamo che l’uomo si innalza o si abbassa, che i sentimenti sono elevati o bassi, che la temperatura si alza o si abbassa. Solo la luce non conosce l’alto o il basso: si diffonde partendo da una sorgente verso tutte le direzioni. Nell’universo, la luce e lo spirito non conoscono l’alto e il basso. In rapporto all’uomo che sta in America io mi trovo in basso e lui si trova in alto, perché calcolo secondo la posizione dei miei piedi. Ma se fossi un punto luminoso nello spazio, non ci sarebbe né l’alto né il basso, perché la luce si diffonde in tutte le direzioni, ad ogni momento.

    Sulla terra, tuttavia, grazie ad una elevazione spirituale assoluta, si può comprendere che vi è uno stato in cui non ci sono più né direzioni né orientamento, dove non vi sono più né l’alto né il basso. Non era possibile che il Cristo scomparisse agli occhi degli Apostoli in altro modo che dirigendosi verso il cielo, verso l’altezza fisica suprema, se voleva manifestare la sua entrata in quello stato che è al di fuori delle misure: o doveva sparire improvvisamente come un fantasma, oppure mostrare con un movimento una direzione indicante nel mondo materiale lo stato di libertà assoluta.

    Lo spirito dell’uomo si trova ad ogni momento dovunque voglia, nell’universo. Sappiamo che il movimento verso l’alto nel mondo fisico esprime un movimento di qualità e di luminosità e nel mondo spirituale un movimento di carità dello spirito. L’uomo che si eleva entra più profondamente nel mondo dell’amore eterno, e lì non vi è né alto né basso, vi è più o meno amore. È un cammino verso una perfezione assoluta alla quale non si arriverà mai, Perché è Dio stesso.

  • Lo Spirito Santo

    14 aprile 2015

    Lo Spirito Santo è l’Amore di Dio, l’Amore del Padre e del Figlio, l’Amore di Cristo verso il Padre e del Padre verso Cristo. Questo Amore può venire in noi anche per strada, anche in autobus, in qualsiasi momento. Sull’autobus, per esempio, guardando la strada, devo provare tristezza nel vedere questa civiltà travagliata, meccanica, di lotte, e allo stesso tempo sentire una grande compassione. E se, pensando a tante persone nella prova, a tanti ammalati negli ospedali, a quanti sono ostili alla Chiesa, dico: «Signore, aiutali!», in questo momento, discende in me lo Spirito Santo.
    Non bisogna cercare manifestazioni esteriori, spettacolari. Il fatto unico della Pentecoste è una sorgente visibile che viene fino a noi e si estenderà fino alla fine del mondo, tramite lo stesso canale interiore ontologico: l’amore dell’uomo sottomesso e trasformato dall’Amore divino.

  • Il mistero del Sacrificio dell’altare

    1 aprile 2015

    Ci troviamo sulla terra, quasi duemila anni dopo la Santa Cena, dopo lotte, sangue, sogni e nostalgie immense. La storia si svolge, va avanti e contiene in sé tutte le tenebre della Caduta e tutta la luce e il profumo della Redenzione portata quella sera di duemila anni fa.

    Il mistero del Sacrificio dell'altare

    Se nella nostra anima circondiamo di venerazione il mistero sacramentale che Cristo ci ha lasciato per amore, allora, anche senza comprenderne la tecnica sacra, vale a dire la Parola eterna che lo produce, vi assicuro, io che sono molto povero, che il mistero sarà dinanzi a noi come un libro aperto e “leggeremo” la santa legge sacramentale dell’Eucarestia e di tutte le realtà divine.

    Ma prima dobbiamo abbassarci e lavare i piedi; dobbiamo partecipare all’agonia di Cristo al Getsemani. Questa’agonia non era quella della morte; è stata immensa perché Egli vedeva tutta la storia umana, tenebrosa e cruenta. Per questo ha chiesto, se era possibile, che il calice fosse allontanato da Lui. Non ha pregato chiedendo di non morire – per questo era venuto – il calice non era la morte. Ha pregato, ha sofferto, ha sudato sangue ed ha implorato per noi, per tutta la storia, per tutti gli uomini, perché il loro destino fosse mutato.

  • La Santa Cena

    28 marzo 2015

    Per poter comprendere ciò che è avvenuto nella Santa Cena, prima del Venerdì Santo, bisogna essere capaci di offrirsi al dolore della Croce senza lamentarsi, senza odio, senza rivolta. Solo la comprensione della Croce, del mistero della Passione in quanto riscatto del male umano universale può aprire la finestra mistica dalla quale assisteremo al mistero della Santa Cena.

    Disegno a matita del Cenacolo dell'artista Franco Resecco

    Dobbiamo essere liberi in noi stessi dai ricordi di famiglia, della patria, dei secoli passati, liberi da attese future, da riuscite, successi, matrimoni o consacrazioni, liberi da qualsiasi ieri, da qualsiasi domani, e domandare soltanto di sentire un poco il profumo, la vibrazione dell’eternità. Allora il mistero si svela e noi siamo colmati.

  • La bontà delle cose

    3 marzo 2015

    Per penetrare nella «bontà delle cose» occorre comprendere che la pace non è tranquillità. L’amore è pace e non tranquillità; se così non fosse, il Cristo non sarebbe venuto sulla terra per incarnarsi. Per essere nella pace è necessario essere senza sosta, interiormente “in azione”, cioè amare. Se desiderate trovare per tale o talaltra ragione la vostra piccola tranquillità personale, sappiate che perderete la fede e morirete spiritualmente. Perderete la pace perché sarete con voi stessi credendo di essere con Dio; e Dio non potrà colmarvi perché non sarete con Lui.

    La nostra conoscenza di Dio va continuamente ampliata, quando già abbiamo non deve bastarci, né dobbiamo voler restare ad ogni costo là dove siamo. La conoscenza di Dio non si ferma mai, così come l’amore di Dio non ha mai fine. La conoscenza in generale, anche nella natura, non termina  mai, neppure l’amicizia, e neppure la memoria (salvo nella follia); persino la morte non è la fine della vita.

  • Rinnovarci per ricevere di nuovo
    pienamente l’amore di Dio

    15 febbraio 2015

    Il valore positivo o negativo di ogni vita, delle costruzioni, dei sistemi e delle conquiste, dipende e dipenderà all’ultimo giorno dal grado della loro corrispondenza al messaggio dell’Amore di Dio, vale a dire del Sacro Cuore. La vita è un grande mistero, davanti al quale non dobbiamo restare come spettatori nell’attesa di qualche nuova rivelazione. La Rivelazione è stata data, e le guerre, le divisioni nelle famiglie, le peripezie psicologiche, personali, sentimentali o altro, non hanno via d’uscita senza una liberazione e un’offerta di tutta la nostra persona all’Amore, al Sacro Cuore di Cristo. Ciascuno di noi, ad un certo momento, ha percepito queste cose, ma poi stanchezze, desideri, passioni, vanità sorgono dal fondo della nostra persona con una tale forza da suscitare una rivolta contro la necessità della purificazione, una discussione perenne e un rifiuto dell’esigenza presentata dall’Amore divino.

    croce-al-tramonto

    Il dono che Dio fa all’uomo è immenso; lo strappa dal suo mondo di peccato e lo stabilisce nel mondo dell’Amore divino che egli riceve fin da questa vita. L’uomo vive così nella speranza della Verità rivelata. Questo immenso dono richiede qualche sacrificio, uno sforzo da parte nostra, una donazione. Dio non ci domanda di sacrificare le cose buone, ma di sbarazzarci di tutto il peso che permette i continui peccati dell’umanità.
    Per ricevere nel nostro cuore, piccolo e debole, il messaggio del Cuore eterno di Gesù, è necessario compiere un atto semplice ma autentico: Dio mi porta la Vita eterna, l’Amore divino, che devo fare? «Io ti offro tutto, Tu farai tutto». Questo atto interiore è immenso e molte persone, anche battezzate, rifiutano di farlo.

    Dobbiamo cercare ad ogni costo di ottenere un’altra visione delle cose, di percepire per quanto è possibile dall’interno la verità del cuore dell’uomo, e allora comprenderemo che solo il Cuore di Cristo può illuminarci. Il cuore dell’uomo, senza la luce del Cuore di Dio, è debole e traditore. Se siamo spogli, liberi e pieni di clemenza verso tutti e verso noi stessi, il nostro cuore si apre e riceviamo pienamente i raggi di questo messaggio inconcepibile ma veridico.

  • L’Immacolata Concezione

    31 luglio 2014

    Vi è un salmo nell’Antico Testamento che la Chiesa utilizza ad ogni occasione in cui vuole ricordare agli uomini la loro condizione terrena. È il salmo scritto da Davide, il grande profeta e cantore del Signore, dopo avere gravemente peccato, dopo che si era pentito ed era stato perdonato da Dio. È il salmo 50 nel quale è detta questa semplice frase sconcertante e misteriosa: “nel peccato mi ha concepito mia madre”.

    Davide certo non parla della propria madre come se fosse lei personalmente la causa della sua decadenza e del suo peccato. Questa frase afferma che fin dall’inizio della storia dell’uomo tutta la stirpe umana è condizionata da un grande fatto negativo.

    L'Immacolata Concezione

    La Chiesa prima di Cristo — quella dei profeti — e la chiesa dopo Cristo ricorda questo fatto misterioso del Peccato originale e canta la misericordia e la promessa del Signore. Cristo si è incarnato per ricondurre l’uomo alla sua prima innocenza. Anche se nelle civiltà che si sono succedute la caduta iniziale ha condizionato tutta la storia dell’umanità — e se esse la dimenticano (la caduta iniziale) o la alterano o non vogliono ricordarla — questo non cambia la verità profonda della nostra storia. C’è infatti una prova immutabile ed incontestabile di questa condizione della razza umana: la morte.

    La morte è una realtà che nessuno può evitare nella condizione precaria della nostra vita. Dentro l’uomo che vive in questa realtà precaria, a parte la malattia e altre tristezze — mi riferisco alla fine della vita, anche di quella più materialmente più felice sulla terra —, in ogni persona vi è un desiderio di eternità, di limpidezza, di libertà, di felicità senza fine.

    Il testo della Genesi (3,9) rivela la caduta iniziale che la Chiesa chiama Peccato originale, e rivela anche la grande Promessa di Dio: un giorno, attraverso la stessa stirpe umana entrata nel filo del peccato che ha generato e provocato la morte, sarebbe stato possibile all’uomo ritrovare il cammino verso la realtà di innocenza e di unione senza fine con il Creatore e questo grazie a un intervento misterioso di Dio.

    Visitazione della Beata Vergine Maria, opera del pittore Franco Resecco
    (cliccare sull’immagine per ingrandirla)

    E così nell’economia della salvezza e della rinascita è stata preparata, nel popolo di Israele, una nuova stirpe, un nuovo filone di santità mediante dolore e prove inconcepibili di cui il cristiano oggi non ha più idea. Il cristiano dimentica tutti i dolori di Israele, di Anna e di Gioacchino, genitori della Santissima Vergine. Infatti il mistero della nascita di un essere straordinario, la Santissima Vergine, si compie lungo una via dolorosa e segreta. Per opera di Dio è uscita dalla razza del peccato una creatura senza peccato: l’Immacolata Concezione. Per questa nascita straordinaria era necessario applicare una legge universale: perché l’uomo potesse ritornare alla sua innocenza iniziale occorreva un intervento superiore.

    Per avere luce sulla terra, per avere fuoco, per bruciare legna, per avere qualunque forma di energia, è necessario il sole. Come nel mondo fisico è necessario che all’origine vi sia una causa fondamentale che produce tutte le possibilità secondari, così nel mondo spirituale.

    Allo stesso modo, infatti, era necessario che sulla terra venisse come madre della nuovo stirpe una donna che non portasse in sé l’eredità del peccato, la macchia fondamentale che si trasmette con la generazione.

    L’Immacolata Concezione era celebrata anche prima che la festa fosse ufficialmente istituita dalla Chiesa. La festa di oggi non è stata istituita soltanto per onorare la Santissima Vergine come donna, come un essere straordinario, né soltanto per delicatezza o elevazione sentimentale, ma per mettere in evidenza e glorificare l’Economia e la legge della Salvezza, la creazione nell’universo di una matrice eterna senza macchia. l’Immacolata Concezione è altrettanto necessaria quanto la Nascita di Gesù Cristo.

    E per questo dobbiamo ben pensare che nell’universo l’Immacolata Concezione ha dato all’umanità una sorgente nuova alla quale tutti gli uomini, se vogliono, possono unirsi, e possono dirigere la loro vita interiore ed esteriore verso questa innocenza iniziale che libera l’uomo dal peccato e dalla morte eterna. L’Immacolata Concezione dunque è la rinascita, la santificazione della generazione dell’uomo. È il mezzo misteriose semplice ed anche molto profondo della rinascita ontologica dell’uomo, del suo ritorno verso l’origine santa e immacolata della creazione.

  • A proposito della conoscenza dello
    Spirito Santo

    13 giugno 2014

    Vi sono persone che possono avere la fede, credere nella Trinità, nell’Incarnazione di Cristo mediante la Santa Vergine, ma una cosa è credere ad una realtà, conoscerla intellettualmente, e un’altra è conoscerla mediante l’amore, cioè unirsi a questa realtà. E anche se quaranta persone hanno la stessa credenza e la esprimono nella medesima maniera, se scrivono tutta la dottrina per articoli, queste quaranta persone hanno rapporti del tutto differenti con tale realtà scritta e con tutta la Creazione. La differenza dipende da qualcosa di molto più profondo, di più sintetico che si manifesta come intimo desiderio di essere uniti a tale realtà.

    Ora, certamente qualcuno di voi si pone la domanda: ma chi è lo Spirito Santo? Come capirlo? Quale differenza c’è tra lo Spirito Santo e Dio stesso, e il Cristo? Perché la Chiesa insegna a credere nella Santissima Trinità?

    Carissimi, vi sono molte vie che si possono seguire per studiare, meditare e comprendere un po’ questo grande mistero, ma tutte queste vie differenti partono da un’unica Sorgente. È necessario prima di tutto volgersi verso la Sorgente iniziale, l’Origine. Tale riferimento è quasi sempre mancato all’umanità, ma oggi in modo fondamentale. Si sono accatastate montagne di libri che parlano del carattere, dei doni dello Spirito Santo, della sua origine, del suo modo di procedere dal Padre e dal Figlio, di tutto il “problema” trinitario. Spesso — non sempre ma spesso — questi edifici di scritti e di pensieri, trasmessi come patrimonio di civiltà cristiana, hanno come punto di partenza fonti personali senza legami con la Sorgente iniziale che è Cristo stesso. Manca la disponibilità ad ascoltare questa voce divina. Qual è il cammino da intraprendere per studiare, meditare, gioire durante la vita di questa perenne scoperta della meraviglia dello Spirito Santo?

    Tra conoscere e sapere qualcosa vi è una differenza. Posso saper guidare una macchina, saper fare un calcolo, sapere dove sono situate le città dell’Europa, posso saper mille cose. Non posso dire però — mi riferisco al significato profondo del linguaggio — che conosco tutte queste cose, perché la conoscenza contiene in sé una percezione più profonda dell’origine, del legame di un fatto isolato con le altre cose. La conoscenza contiene la necessità di una partecipazione personale, intima, a quel che so. Affinché il sapere si trasformi in conoscenza, occorre la partecipazione della nostra volontà, della nostra affettività, del nostro amore. Quello che costituisce la differenza tra una conoscenza intellettuale e una conoscenza spirituale è l’amore. Quando una realtà colta dall’intelletto è filtrata dal nostro amore, dalla nostra partecipazione ontologica intima, sia positiva — se l’accettiamo —, sia negativa — se la respingiamo —, entriamo in una realtà spirituale. La differenza tra intelletto e intelligenza spirituale o spirito, è la qualità, l’intensità, l’ordine, il ritmo interno dell’amore. Così per capire quel che è lo Spirito Santo devo riceverlo, non posso capirlo dall’esterno. Per conoscere un giardino bisogna che vi entri, che almeno lo abbia intravisto, che abbia visto una rosa, una margherita; le parole non bastano. Se non ho mai visto il mare, non posso farmene un’idea quando me ne parlano e mi parlano di molta acqua. Ciò vale ancor di più per le cose spirituali.

    A proposito della conoscenza dello Spirito Santo

      Se voglio percepire cos’è lo Spirito Santo, per poter meditare e parlarne con un’altra persona, occorre che la mia anima si apra a poco a poco per riceverlo. E tale disponibilità ad accoglierlo dipende dunque dalla disponibilità a ricevere l’Amore di Dio, poiché ricevere lo Spirito Santo è ricevere l’Amore di Dio. L’Amore di Dio trasforma, purifica, domina, ordina, eleva ed esalta l’amore dell’uomo. Accettare l’amore divino significa rinnegare me stesso, non voler imporre né il mio amore, così come lo vivo nella mia piccolezza, né la mia volontà propria, né il mio modo di vedere il mondo. Nella misura in cui sono disponibile, comprenderò lo Spirito Santo, Egli mi trasformerà e mi colmerà di un amore diverso, pieno di grandezza e di eternità.

    Quando lo Spirito Santo è disceso e ha invaso gli Apostoli, ha legato totalmente e direttamente a Sé ogni più piccola particella materiale di loro stessi. Ma per arrivare al giorno della Pentecoste, gli Apostoli avevano abbandonato tutto per seguire Cristo, erano preparati da questa rinuncia, dai tre anni accanto a Cristo e dalla sua Passione. Certo hanno avuto paura, ma il loro amore è rimasto stabile.
    Ricordatevi dei due discepoli di Emmaus che hanno riconosciuto Cristo nel Sacramento, nella frazione del pane. Dicevano fra loro:” Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi?” (Lc 24,329). Ecco il cammino misterioso attraverso il quale passa la comprensione delle cose sacre. È necessario che il nostro essere, la nostra volontà colgano dapprima che, per capire queste cose, non possiamo allungare il braccio per prenderle e metterle in tasca. Dobbiamo essere disposti a ricevere la grazia e a spogliarci di ogni impedimento; prima di tutto, della nostra concezione mondana, terrena, passeggera dell’amore.

    (Ecco perché si è detto sopra che per comprendere un po’ il grande mistero dello Spirito Santo, è necessario prima di tutto volgersi verso la Sorgente iniziale, l’Origine, che è Cristo stesso. È Cristo, infatti, che col suo sacrificio ha liberato il nostro amore prigioniero). Lo Spirito Santo è intimamente legato nella storia umana alla Croce di Cristo. È impossibile conoscere ed agire secondo l’ispirazione dello Spirito Santo continuando a seguire il ritmo del mondo. Cristo lo ha detto, gli Apostoli l’hanno detto, san Paolo lo ha ripetuto. “Padre non chiedo che tu li tolga dal male, ma che li custodisca dal maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo” (Gv 17,15). “Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo, poiché invece non siete del mondo… per questo il mondo vi odia” (Gv 15,19).

    Per capire chi è lo Spirito Santo, dobbiamo accoglierlo, rinunciare a quel che in noi è mondano, e con fiducia assoluta in Lui, lo Spirito di Dio, sottomettere totalmente a Dio il nostro essere, e innanzi tutto il nostro cuore.

  • La Rinascita

    6 giugno 2014

    Vi è nell’uomo un desiderio più o meno manifesto di liberazione dalla morte. Vi è un desiderio immenso di vita, di perennità, e in certi momenti tale desiderio, al di là della morte fisica, della paura, di ogni sentimento che riguarda la morte, fa sì che l’uomo superi, anche se per poco tempo, lo stato di schiavitù in cui sente di essere. Allora percepisce in fondo all’anima un’altra dimensione, un’altra vibrazione. Avverte di venire da molto lontano, quasi da prima della sua nascita; non che la sua anima preesistesse, ma che egli stesso è portatore, nel profondo, del sigillo della volontà divina che l’ha creato. È quello il suo passato. E, dato che il suo passato esprime una volontà creatrice, egli è legato a Dio. L’uomo conosce così una misteriosa speranza, una nostalgia senza fine, indefinita ma al tempo stesso precisissima, di essere eternamente.

       Questi aspetti esistono in fondo a ciascuno, anche in coloro che non comprendono e lottano sino alla morte con concezioni atee e passioni funeste, morbose, molto terrene. Anche in costoro la speranza, la percezione misteriosa dell’Origine eterna è presente, imprigionata, profanata, nascosta.

    la Rinascita: Luca Signorelli, La Risurrezione dei Morti

    Luca Signorelli (1445-1523), “La Risurrezione dei Morti” (1500),
    Cappella di San Brizio, Duomo di Orvieto

      Grazie a questi momenti straordinari di introspezione, che talvolta diventano ordinari, l’uomo può percepire i grandi misteri sacri dell’insegnamento della Chiesa. Senza tale introspezione egli riempe la sua memoria di concetti e di nozioni talvolta molto aride, molto sommarie, e va avanti addormentato come se non avesse la fede. Tutte le dottrine e le formule teologiche e dogmatiche rimangono lettera morta e l’uomo non può percepire il grande mistero di Cristo, della sua Incarnazione, Nascita, Passione e Resurrezione, se non compie in se stesso una liberazione personale. Senza di questa, dopo un certo tempo, molto spesso gli esseri si allontanano dalla fede, perché la loro anima è chiusa, e la vibrazione che proviene dall’eternità, mediante la parola di Cristo, non è ricevuta.
    E ciò impedisce che nuovi canali di conoscenza si creino nell’anima. Tale chiusura, dovuta al peccato originale, che ha trasformato la Creazione in campo di battaglia universale, può  descriversi con una sola parola, parola tanto bella quanto tragica: l'”io” umano.
    Anziché  sentirsi amorosamente attirato dall’Origine, dal Padre, dal nostro Creatore, l’uomo è attirato e assorbito dalla propria realtà e la libertà di cui dispone lo stacca dall’Origine; è allora immerso interamente nel movimento della storia. Invece di essere e rimanere uomo di eternità, che proviene dall’eternità ed è destinato all’eternità, è uomo storico, uomo della Storia, di ciò che passa. Non cercate in questo delle considerazioni filosofiche; sono definizioni che nascono  dall’esperienza interiore.

      Ma quando capita — e capita molto spesso — che l'”io” cede e e fa posto all’Altro, che è Cristo, avviene in noi stessi il primo movimento della Risurrezione. Partecipiamo interiormente ed esteriormente con tutta la nostra realtà al movimento che Cristo ha provocato nell’universo con la sua Risurrezione. Tale è la portata del fatto della Risurrezione. Il significato profondo di queste feste, di tutte le cerimonie dei regali, dei pranzi e dello scintillio esteriore è la nostra partecipazione, tramite tutti questi segni visibile, alla Risurrezione, come esseri individuali e come membri dell’umanità intera.

      Il Cristo è venuto sulla terra per dare a tutti gli esseri umani, nell’ordine della loro libertà, la possibilità di partecipare alla sua vita: alla sua Incarnazione — in noi è la rinascita — alla sua Passione — per noi è il saper soffrire con Lui, senza rivolta, tutto ciò che Dio nella sua Provvidenza ci destina sulla terra — alla sua Resurrezione, alla sua nuova Nascita. Per noi si tratta sempre di rinascita, sia per la rinascita iniziale, che per la risurrezione. Si tratta sempre di partecipare, con ciò che siamo, al fatto ontologico di Cristo.

La festa di Maria Bambina, un’antica tradizione di Genova

statua di maria bambina della chiesa san sito genova 

Ogni anno, il giorno 8 settembre, la piccola statua di Maria Bambina viene condotta in processione nei vicoli del quartiere di Prè. La cerimonia parte dalla chiesa di San Giovanni di Prè, da dove Maria Bambina viene ricondotta a San Sisto, seguita dai suoi fedeli.

Articolo del Secolo XIX (21 agosto 2016) sulla festa di Maria Bambina. Scarica il PDF
ORARI S.S. MESSE

Orario Festivo: 11:00 - prefestiva 18:00

Orario Feriale: 09:30 escluso il sabato

calice messa

La chiesa rimane chiusa il lunedì mattina, e la domenica nel pomeriggio.

VIDEO SU SAN SISTO

(filmato realizzato da Alberto Debidda)

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