A proposito della conoscenza dello
Spirito Santo

13 giugno 2014

Vi sono persone che possono avere la fede, credere nella Trinità, nell’Incarnazione di Cristo mediante la Santa Vergine, ma una cosa è credere ad una realtà, conoscerla intellettualmente, e un’altra è conoscerla mediante l’amore, cioè unirsi a questa realtà. E anche se quaranta persone hanno la stessa credenza e la esprimono nella medesima maniera, se scrivono tutta la dottrina per articoli, queste quaranta persone hanno rapporti del tutto differenti con tale realtà scritta e con tutta la Creazione. La differenza dipende da qualcosa di molto più profondo, di più sintetico che si manifesta come intimo desiderio di essere uniti a tale realtà.

Ora, certamente qualcuno di voi si pone la domanda: ma chi è lo Spirito Santo? Come capirlo? Quale differenza c’è tra lo Spirito Santo e Dio stesso, e il Cristo? Perché la Chiesa insegna a credere nella Santissima Trinità?

Carissimi, vi sono molte vie che si possono seguire per studiare, meditare e comprendere un po’ questo grande mistero, ma tutte queste vie differenti partono da un’unica Sorgente. È necessario prima di tutto volgersi verso la Sorgente iniziale, l’Origine. Tale riferimento è quasi sempre mancato all’umanità, ma oggi in modo fondamentale. Si sono accatastate montagne di libri che parlano del carattere, dei doni dello Spirito Santo, della sua origine, del suo modo di procedere dal Padre e dal Figlio, di tutto il “problema” trinitario. Spesso — non sempre ma spesso — questi edifici di scritti e di pensieri, trasmessi come patrimonio di civiltà cristiana, hanno come punto di partenza fonti personali senza legami con la Sorgente iniziale che è Cristo stesso. Manca la disponibilità ad ascoltare questa voce divina. Qual è il cammino da intraprendere per studiare, meditare, gioire durante la vita di questa perenne scoperta della meraviglia dello Spirito Santo?

Tra conoscere e sapere qualcosa vi è una differenza. Posso saper guidare una macchina, saper fare un calcolo, sapere dove sono situate le città dell’Europa, posso saper mille cose. Non posso dire però — mi riferisco al significato profondo del linguaggio — che conosco tutte queste cose, perché la conoscenza contiene in sé una percezione più profonda dell’origine, del legame di un fatto isolato con le altre cose. La conoscenza contiene la necessità di una partecipazione personale, intima, a quel che so. Affinché il sapere si trasformi in conoscenza, occorre la partecipazione della nostra volontà, della nostra affettività, del nostro amore. Quello che costituisce la differenza tra una conoscenza intellettuale e una conoscenza spirituale è l’amore. Quando una realtà colta dall’intelletto è filtrata dal nostro amore, dalla nostra partecipazione ontologica intima, sia positiva — se l’accettiamo —, sia negativa — se la respingiamo —, entriamo in una realtà spirituale. La differenza tra intelletto e intelligenza spirituale o spirito, è la qualità, l’intensità, l’ordine, il ritmo interno dell’amore. Così per capire quel che è lo Spirito Santo devo riceverlo, non posso capirlo dall’esterno. Per conoscere un giardino bisogna che vi entri, che almeno lo abbia intravisto, che abbia visto una rosa, una margherita; le parole non bastano. Se non ho mai visto il mare, non posso farmene un’idea quando me ne parlano e mi parlano di molta acqua. Ciò vale ancor di più per le cose spirituali.

A proposito della conoscenza dello Spirito Santo

  Se voglio percepire cos’è lo Spirito Santo, per poter meditare e parlarne con un’altra persona, occorre che la mia anima si apra a poco a poco per riceverlo. E tale disponibilità ad accoglierlo dipende dunque dalla disponibilità a ricevere l’Amore di Dio, poiché ricevere lo Spirito Santo è ricevere l’Amore di Dio. L’Amore di Dio trasforma, purifica, domina, ordina, eleva ed esalta l’amore dell’uomo. Accettare l’amore divino significa rinnegare me stesso, non voler imporre né il mio amore, così come lo vivo nella mia piccolezza, né la mia volontà propria, né il mio modo di vedere il mondo. Nella misura in cui sono disponibile, comprenderò lo Spirito Santo, Egli mi trasformerà e mi colmerà di un amore diverso, pieno di grandezza e di eternità.

Quando lo Spirito Santo è disceso e ha invaso gli Apostoli, ha legato totalmente e direttamente a Sé ogni più piccola particella materiale di loro stessi. Ma per arrivare al giorno della Pentecoste, gli Apostoli avevano abbandonato tutto per seguire Cristo, erano preparati da questa rinuncia, dai tre anni accanto a Cristo e dalla sua Passione. Certo hanno avuto paura, ma il loro amore è rimasto stabile.
Ricordatevi dei due discepoli di Emmaus che hanno riconosciuto Cristo nel Sacramento, nella frazione del pane. Dicevano fra loro:” Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi?” (Lc 24,329). Ecco il cammino misterioso attraverso il quale passa la comprensione delle cose sacre. È necessario che il nostro essere, la nostra volontà colgano dapprima che, per capire queste cose, non possiamo allungare il braccio per prenderle e metterle in tasca. Dobbiamo essere disposti a ricevere la grazia e a spogliarci di ogni impedimento; prima di tutto, della nostra concezione mondana, terrena, passeggera dell’amore.

(Ecco perché si è detto sopra che per comprendere un po’ il grande mistero dello Spirito Santo, è necessario prima di tutto volgersi verso la Sorgente iniziale, l’Origine, che è Cristo stesso. È Cristo, infatti, che col suo sacrificio ha liberato il nostro amore prigioniero). Lo Spirito Santo è intimamente legato nella storia umana alla Croce di Cristo. È impossibile conoscere ed agire secondo l’ispirazione dello Spirito Santo continuando a seguire il ritmo del mondo. Cristo lo ha detto, gli Apostoli l’hanno detto, san Paolo lo ha ripetuto. “Padre non chiedo che tu li tolga dal male, ma che li custodisca dal maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo” (Gv 17,15). “Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo, poiché invece non siete del mondo… per questo il mondo vi odia” (Gv 15,19).

Per capire chi è lo Spirito Santo, dobbiamo accoglierlo, rinunciare a quel che in noi è mondano, e con fiducia assoluta in Lui, lo Spirito di Dio, sottomettere totalmente a Dio il nostro essere, e innanzi tutto il nostro cuore.

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La festa di Maria Bambina, un’antica tradizione di Genova

statua di maria bambina della chiesa san sito genova 

Ogni anno, il giorno 8 settembre, la piccola statua di Maria Bambina viene condotta in processione nei vicoli del quartiere di Prè. La cerimonia parte dalla chiesa di San Giovanni di Prè, da dove Maria Bambina viene ricondotta a San Sisto, seguita dai suoi fedeli.

Articolo del Secolo XIX (21 agosto 2016) sulla festa di Maria Bambina. Scarica il PDF
ORARI S.S. MESSE

Orario Festivo: 11:00 - prefestiva 18:00

Orario Feriale: 09:30 escluso il sabato

calice messa

La chiesa rimane chiusa il lunedì mattina, e la domenica nel pomeriggio.

VIDEO SU SAN SISTO

(filmato realizzato da Alberto Debidda)

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